Tè Marocchino: Tradizione e Preparazione del Tè alla Menta

Tè Marocchino: Tradizione e Preparazione del Tè alla Menta

Alla scoperta del tè in Marocco: cos'è il tè alla menta, la sua storia, la cerimonia di preparazione

Il profumo di menta fresca aleggia tra i vicoli di un suk di Marrakech, mentre un mercante sorride e versa con gesto elegante un filo di tè ambrato da un'altezza sorprendente, riempiendo piccoli bicchieri di vetro. In Marocco, sorseggiare un tè alla menta fumante non è solo bere una bevanda: è immergersi in un rito quotidiano intriso di cultura e convivialità. Questa specialità – l'atay per i locali – rappresenta il benvenuto per eccellenza: ogni sorso racconta di ospitalità, amicizia e tradizione. Preparare una tazza di tè alla menta marocchino significa entrare in contatto con l'anima del paese, assaporando un piacere semplice ma profondo che i marocchini condividono da generazioni con familiari, amici e viaggiatori.

teiera di tè marocchino con bicchieri

Cos'è il tè alla menta marocchino?

Il tè alla menta marocchino (in arabo shāy bi-l-nanāʿ, comunemente chiamato atay in dialetto) è un infuso caldo a base di tè verde cinese (tradizionalmente della varietà Special Gunpowder) preparato insieme a foglie di menta fresca – tipicamente la menta Nanah marocchina – e una generosa quantità di zucchero. Questa combinazione di tè verde intenso e profumata menta dolcissima è diventata il simbolo stesso dell'accoglienza in Marocco.

Non a caso, il tè alla menta è considerato la bevanda nazionale in tutto il Maghreb: viene consumato più volte al giorno, dall'alba al tramonto, in ogni stagione e occasione. Se sei ospite in una casa marocchina, ti verrà sempre offerto un vassoio di tè fumante come segno di benvenuto e cordialità; rifiutarlo sarebbe visto addirittura come un gesto scortese.

Il "whisky berbero"

In Marocco – paese dalla proverbiale ospitalità – una semplice tazza di tè "vale più di mille parole": è un gesto di amicizia e rispetto che crea subito un'atmosfera conviviale. Per questo il tè marocchino è scherzosamente chiamato "whisky berbero" dai locali, ad indicare ironicamente la bevanda sociale per eccellenza del paese (rigorosamente analcolica, ma capace di scandire la vita quotidiana meglio di qualunque altro drink!).

Il tè alla menta marocchino è molto più di una miscela di acqua, tè, menta e zucchero: è identità culturale in bicchiere, un rituale di condivisione che i marocchini portano nel cuore e offrono con orgoglio a chiunque varchi la loro porta.

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Storia e origini del tè in Marocco

Come è arrivato il tè in una terra come il Marocco, oggi suo maggiore consumatore al mondo di tè verde? La storia è affascinante e ci riporta indietro di secoli.

L'arrivo del tè (XVIII secolo)

Si narra che la prima comparsa del tè in Marocco risalga al XVIII secolo, durante il regno del sultano Mulay Ismāʿīl. In quel periodo – attorno alla fine del Seicento – la regina Anna di Gran Bretagna inviò in dono al sultano alcune casse di tè verde. Era un gesto diplomatico di riconoscenza, per ringraziare Mulay Ismāʿīl della liberazione di alcuni prigionieri inglesi.

Quell'omaggio esotico destò curiosità a corte: il sultano (pare già grande amante dello zucchero) apprezzò la nuova bevanda al punto da istituire una "divisione del tè" a palazzo, e presto il tè cinese divenne una presenza fissa fra l'élite marocchina. Per alcuni decenni tuttavia il consumo rimase limitato ai circoli aristocratici, osteggiato anche da alcuni religiosi all'inizio.

La diffusione popolare e la Guerra di Crimea

Bisogna aspettare circa un secolo dopo perché il tè diventi davvero popolare tra la gente. L'evento chiave fu la Guerra di Crimea a metà Ottocento: nel 1854 il blocco navale dei porti baltici lasciò i mercanti inglesi carichi di tè verde cinese invenduto, che cercarono nuovi sbocchi commerciali a sud.

Le navi britanniche approdarono così sulle coste marocchine – in porti come Tangeri ed Essaouira – scaricando grandi quantità di tè. In breve tempo, il tè verde divenne più accessibile e iniziò a diffondersi in tutto il Marocco, anche grazie a una congiuntura particolare: verso il 1870 una grave crisi alimentare colpì il paese, ma il tè rimase uno dei pochi beni di importazione disponibili, assumendo perfino il ruolo di genere di conforto popolare nei tempi difficili.

La nascita della ricetta tradizionale

C'è un dettaglio fondamentale: il tè verde importato dagli inglesi era inizialmente di qualità non eccelsa e aveva un sapore molto amaro e astringente, poco gradito ai palati locali. I marocchini ebbero però un colpo di genio: per rendere quell'infuso più piacevole, iniziarono ad aggiungervi le foglie di menta Nanah, già coltivata in Marocco, insieme a dosi abbondanti di zucchero.

La menta fresca addolciva e aromatizzava il tè, mitigandone l'amaro, mentre lo zucchero conferiva la dolcezza necessaria a conquistare definitivamente i gusti marocchini. Da allora nacque la ricetta tradizionale del tè alla menta che conosciamo. Quello che era iniziato come un dono diplomatico si era trasformato in un rito quotidiano nazionale: il tè alla menta era ormai la bevanda dell'ospitalità marocchina, indispensabile a fine pasto e compagno fedele di ogni momento di convivialità.

Tradizione e significato culturale del tè marocchino

In Marocco offrire il tè alla menta agli ospiti è d'obbligo: ogni famiglia custodisce gelosamente il proprio set da tè, pronto a comparire in tavola non appena arriva un ospite. Servire un vassoio di tè fumante è il modo più autentico di dire "benvenuto": il padrone di casa porge il primo bicchiere con un sorriso, invitando a condividere tempo e conversazione.

Rifiutare il tè sarebbe impensabile – quasi un affronto – perché equivarrebbe a declinare il benvenuto di chi ti ospita. Al contrario, accettare e sorseggiare con calma almeno un paio di bicchieri significa entrare in sintonia con i ritmi e il cuore della vita marocchina.

Un rito sociale che attraversa il paese

Non a caso nei mercati e nelle botteghe è consuetudine che anche un commerciante offra il tè ai clienti durante una trattativa: è un gesto di cordialità che va oltre il semplice affare. Il tè alla menta è talmente radicato nella quotidianità locale che scorre a fiumi nelle case e nei caffè di tutto il paese.

Il rituale cerimoniale

Ma la tradizione del tè marocchino non si limita alla bevanda in sé: attorno ad essa si è sviluppato un vero e proprio rito cerimoniale, tramandato di generazione in generazione. Preparare il tè alla menta è considerata un'arte e un onore – solitamente riservato al capofamiglia o alla persona più anziana e rispettata della casa.

I gesti sono lenti, precisi, quasi coreografici: dall'agitare le foglie nella teiera bollente, al versare il liquido ambrato dall'alto, tutto avviene con armonia e attenzione. Immaginate la scena: un grande vassoio d'argento finemente inciso, su cui poggiano una teiera lucente e una serie di piccoli bicchieri decorati.

Il servizio dall'alto: spettacolo e tradizione

Di fronte agli ospiti seduti, il cerimoniere solleva la teiera con una mano, portandola ben in alto sopra i bicchieri, e comincia a versare il tè in un sottile filo dorato. Più il getto cade dall'alto, più si formano bollicine e una lieve schiuma in superficie – segno di un tè ben ossigenato e, secondo i locali, ancora più buono.

Questo spettacolare servizio dall'alto non è solo estetica: ossigena l'infuso esaltandone il sapore, e al tempo stesso è una dimostrazione di rispetto verso gli ospiti (si dice che più in alto si versa, maggiore è l'onore per chi riceve il tè). Il momento in cui il padrone di casa riempie i bicchieri è quasi solenne: tutti osservano il filo di tè scintillante riempire un bicchiere dopo l'altro, sprigionando l'aroma fresco della menta.

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La tradizione dei tre bicchieri

Secondo la tradizione, ogni ospite berrà almeno tre bicchieri di tè, uno dopo l'altro, in segno di abbondanza e buon augurio. A questo costume si accompagna un famoso proverbio tuareg che riassume poeticamente l'esperienza dei tre bicchieri serviti consecutivamente:

«Il primo bicchiere è dolce come la vita, il secondo è forte come l'amore, il terzo è amaro come la morte

Questo detto – nato presso i nomadi del deserto ma diffuso in tutto il Maghreb – associa ad ogni giro di tè un simbolismo sulle fasi della vita: la dolcezza iniziale, la forza intensa del momento centrale, l'amarezza finale. Mentre si gusta il tè, infatti, si passa spesso da discorsi leggeri e gioiosi (dolci come la vita) a chiacchiere più profonde e serie (forti come l'amore), fino a concludere in un rispettoso silenzio meditativo (amaro come la morte).

È sorprendente pensare come un semplice rituale del bere possa racchiudere tali significati. In effetti, per i marocchini il tè alla menta è rituale di unione per eccellenza: che ci si trovi in famiglia o tra amici, in un villaggio di montagna o in un salotto cittadino, condividere il tè significa creare un momento di convivialità sacra, dove il tempo rallenta e il calore umano si diffonde sorso dopo sorso.

Come preparare il tè alla menta marocchino (il rituale tradizionale)

Preparare un autentico tè marocchino alla menta è molto più che seguire una ricetta: è un piccolo rito cerimoniale, codificato dal tempo e dall'esperienza. In Marocco, la preparazione del tè viene spesso affidata al capofamiglia o alla persona più stimata presente – a sottolineare l'importanza simbolica del momento.

Non si tratta semplicemente di versare acqua su delle foglie, ma di compiere una serie di gesti precisi e armoniosi che esaltano il sapore e il significato conviviale della bevanda.

Ingredienti e utensili tradizionali

Per preparare un perfetto tè alla menta alla maniera marocchina, assicuratevi di avere a disposizione i giusti ingredienti e utensili.

  • Tè verde Special Gunpowder – È il tè verde cinese tradizionalmente usato in Marocco. Le sue foglie sono lavorate a mano e arrotolate in minuscole palline che ricordano la polvere da sparo (da cui il nome gunpowder, "polvere da sparo"). Questo particolare tè ha un gusto deciso, leggermente astringente e corposo, ideale per essere combinato con la menta e lo zucchero. Più le palline di Gunpowder sono piccole, compatte e lucide, migliore è la qualità.
  • Menta fresca (menta Nanah) – La menta marocchina Nanah è la vera anima del tè alla menta. Si tratta di una varietà di menta verde (Mentha spicata) apprezzata per il suo aroma dolce e penetrante. Le foglie di menta Nanah sprigionano un sapore particolarmente potente e rinfrescante in bocca. Usatene un bel mazzetto fresco: la menta va aggiunta in abbondanza, perché le sue essenze aromatiche devono permeare l'infuso e conferirgli quel caratteristico profumo inebriante. 
  • Zucchero – Il tè marocchino è tradizionalmente molto dolce. In Marocco si usano spesso grossi pani di zucchero bianco (o grandi zollette) che vengono spezzati e aggiunti direttamente in teiera. La quantità non è affatto parca: pensate che comunemente si mettono almeno 3-4 zollette per teiera, equivalenti a 6-8 cucchiaini di zucchero, e molti lo preferiscono ancora più dolce!

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Utensili necessari

Teiera tradizionale – In Marocco si utilizzano speciali teiere in metallo, spesso in lega d'argento o acciaio, decorate con motivi arabeggianti. Queste teiere sono fatte apposta per andare sul fuoco e sopportare alte temperature. Hanno un lungo beccuccio ricurvo che permette di versare il tè agevolmente dall'alto senza scottarsi.

I bicchieri invece sono piccoli tumbler di vetro, spesso decorati con motivi colorati o dorature. Tradizionalmente il tè viene servito su un vassoio rotondo di metallo: la presentazione è importante quanto il contenuto!

Procedura tradizionale passo-passo

Risciacquo del tè verde

Per prima cosa mettete 2-3 cucchiaini di tè verde Gunpowder nella teiera vuota e già calda (scaldata con un po' d'acqua bollente che poi avrete eliminato). Versate quindi una piccola quantità di acqua bollente sulle foglie – quel tanto che basta a coprirle – e ruotate delicatamente la teiera, in modo che l'acqua raggiunga tutte le foglie di tè.

Lasciate riposare circa 1 minuto, poi versate via quest'acqua di risciacquo e buttatela (fatela uscire dal beccuccio tenendo fermo il coperchio). Questo passaggio serve a pulire le foglie di tè da eventuale polvere e impurità, oltre che a eliminare l'eccesso di amaro e a "svegliare" l'aroma del tè.

Aggiunta di menta e zucchero

Inserite nella teiera una bella manciata di foglie di menta fresca (precedentemente sciacquate con acqua corrente). Potete abbondare: ad esempio un mazzetto di 15-20 foglie, o anche di più se la teiera è grande. Subito dopo aggiungete lo zucchero. In Marocco si mettono uno o due grossi blocchi di zucchero semiraffinato; in mancanza, andranno bene 4-5 zollette o un paio di cucchiai colmi di zucchero semolato.

Infusione finale

A questo punto riempite completamente la teiera di acqua bollente (o appena sotto il bollore, ~85°C). L'acqua deve arrivare quasi all'orlo della teiera. Richiudete il coperchio e rimettete la teiera sul fornello a fuoco medio-basso, portandola nuovamente a ebollizione per circa 2-3 minuti.

In questa fase tè, menta e zucchero bollono insieme, creando la magia dell'infuso aromatico: vedrai le foglie di menta diventare di un verde più scuro e il profumo mentolato sprigionarsi nell'aria.

Miscelazione del tè ("far prendere aria")

Ora viene un passaggio caratteristico del rituale marocchino. Prima di servire il tè, bisogna mescolarlo ed ossigenarlo bene. Come si fa? Si versa un primo bicchiere di tè dalla teiera e lo si mette da parte, poi si versa un secondo bicchiere e lo si mette da parte anche questo. A questo punto si travasano quei bicchieri di tè nuovamente dentro la teiera. Si ripete l'operazione più volte – tipicamente 3 volte – versando e riversando il liquido.

Questo curioso procedimento ha una duplice funzione: mescola alla perfezione il tè con lo zucchero (che tende a depositarsi sul fondo) e allo stesso tempo incorpora ossigeno nell'infuso, rendendone il sapore più rotondo e uniforme. Vedrai formarsi in superficie una leggera schiumetta di bollicine: è un segno che il tè è ben aerato.

Il servizio scenografico

La maniera tradizionale di servire il tè marocchino è anch'essa un'arte. Si afferra la teiera con decisione, proteggendo eventualmente il pomolo del coperchio con un tovagliolino per non scottarsi, e si versa il tè tenendo la teiera sollevata in alto – anche mezzo metro sopra ai bicchieri se siete abili!

Dalla bocca stretta e ricurva della teiera scende un filo continuo di liquido ambrato, che va a colpire il fondo dei bicchieri generando una spumetta in superficie. Questo spettacolo di versata dall'alto non serve solo a ossigenare ancora di più il tè e raffreddarlo leggermente mentre scende, ma fa parte della coreografia di ospitalità: in un salotto marocchino, vedere il padrone di casa che versa il tè con mano ferma e gesto elegante dall'alto è un vero momento clou del rito.

teiera e bicchiere di tè alla menta del marocco

Varianti regionali e adattamenti del tè marocchino

Una delle ricchezze del tè alla menta è che, pur essendo diffuso in tutto il Maghreb, presenta piccole varianti locali affascinanti. Cambiando regione o stagione, mutano a volte gli ingredienti aggiunti o le modalità di preparazione.

Il tè nel deserto e la tradizione Tuareg

Nelle comunità nomadi del Sahara (come i Tuareg nell'Algeria meridionale, Mali, Niger) il rito del tè assume connotati ancora più particolari. Nel deserto spesso la menta fresca scarseggia, così il tè viene preparato con pochissima menta o addirittura senza menta affatto, utilizzando però una dose molto abbondante di tè verde. Il risultato è un infuso estremamente concentrato, forte e amaro – noto come tè sahariano.

La cerimonia delle tre infusioni

La cerimonia del tè tuareg è famosa per la sua lentezza e precisione: il tè viene tradizionalmente servito in tre giri consecutivi, ottenuti usando le stesse foglie di tè infuse successivamente più volte. In pratica, si prepara un primo tè fortissimo (l'essenza delle foglie, molto amaro), poi si riutilizzano le foglie per un secondo giro meno intenso ma più dolce (spesso aggiungendo molto zucchero), infine un terzo giro leggero e delicato.

Secondo la consuetudine tuareg, ciascuno dei tre bicchieri ha un sapore e un significato diverso – ricordando proprio il proverbio citato prima. Preparare il tè nel deserto è un rituale che può durare anche un'ora, con il tè che bolle lentamente sul fuoco di legna o carbonella e i commensali seduti in cerchio sulla sabbia.

La versione tunisina e di altri paesi del Maghreb

Anche in Tunisia e in alcune zone dell'Algeria il tè verde alla menta è consuetudine, ma con differenze di gusto. Spesso in Tunisia si preferisce un tè ancora più concentrato e leggermente meno dolce rispetto al Marocco. Una particolarità tutta tunisina è l'uso dei pinoli: è comune servire il tè alla menta con alcuni pinoli immersi nel bicchiere, che rilasciano un aroma resinoso particolare e poi vengono mangiati a fine bevuta.

L'alternativa con l'assenzio (chiba)

Quando arriva l'inverno e la menta fresca diventa meno reperibile, i marocchini non rinunciano al loro tè ma lo adattano. Entra in scena la chiba, nome dialettale per l'Assenzio maggiore (Artemisia absinthium). Questa pianta aromatica dal gusto amarognolo viene utilizzata in alcune regioni interne del Marocco al posto della menta durante la stagione fredda.

Il risultato è un tè dal sapore più intenso, erbaceo e amaro, che ha il pregio di scaldare e tonificare nelle giornate uggiose. L'assenzio conferisce un aroma unico: molto diverso dalla freschezza mentolata, più vicino a note balsamiche e leggermente piccanti. Bere un tè alla chiba è un po' come assaporare l'inverno marocchino in tazza.

Aromi aggiuntivi regionali

Infine, esistono piccoli segreti tramandati qua e là che prevedono l'aggiunta di aromi extra al tè alla menta. Ad esempio, in alcune zone del Marocco (specialmente nelle città imperiali come Fès e Meknès, o durante cerimonie particolari) si usa talvolta profumare il tè con qualche goccia di acqua di fiori d'arancio o acqua di rose direttamente in teiera. Queste essenze floreali regalano un delicato sentore profumato al tè, rendendo l'esperienza ancora più raffinata.

Un'altra variante locale è l'uso di erbe selvatiche: nelle campagne marocchine a volte la menta viene affiancata o sostituita da erbe come salvia, timo selvatico, verbena odorosa (louiza) o persino petali di geranio limone, in base a ciò che cresce in quel territorio.

Benefici e proprietà del tè alla menta marocchino

Oltre ad essere delizioso e conviviale, il tè alla menta marocchino offre anche diversi benefici per la salute grazie alle proprietà dei suoi ingredienti principali, il tè verde e la menta.

Principali benefici per la salute

  • Aiuta la digestione - la menta rilassa i muscoli dello stomaco e dell'intestino
  • Ricco di antiossidanti - il tè verde fornisce catechine e polifenoli contro i radicali liberi
  • Effetto stimolante delicato - la teina offre energia senza agitazione
  • Rinfresca l'alito - la menta ha proprietà antibatteriche
  • Favorisce le vie respiratorie - i vapori mentolati liberano il naso
  • Riduce lo stress - il rituale di preparazione è rilassante

Come agiscono questi benefici

  • Digestione migliorata: la menta è rinomata per le sue virtù digestive. L'olio essenziale di mentolo contenuto nelle foglie aiuta a rilassare i muscoli dello stomaco e dell'intestino, favorendo una digestione più facile e alleviando eventuali gonfiori o spasmi. Per questo bere un tè alla menta a fine pasto è un'ottima abitudine: ti sentirai più leggero e avrai un immediato effetto rinfrescante su bocca e stomaco.
  • Potere antiossidante: la combinazione di tè verde e menta fornisce un vero mix potente di antiossidanti naturali. Il tè verde Gunpowder, in particolare, è ricchissimo di catechine e polifenoli (come l'EGCG) che combattono i radicali liberi nel nostro organismo, proteggendo le cellule dall'invecchiamento precoce e sostenendo la salute di cuore e arterie.
  • Energia equilibrata: il tè verde contiene una moderata quantità di teina (caffeina) – circa 20-30 mg per bicchiere, molto meno di una tazzina di caffè – sufficiente a fornire un lieve effetto stimolante e tonificante. La teina del tè, associata alla presenza di L-teanina (un aminoacido tipico del tè verde), genera un tipo di energia "soffice" e duratura, che aumenta la concentrazione e l'attenzione senza causare agitazione o nervosismo.
  • Benessere respiratorio: la menta, con il suo mentolo, ha un noto effetto rinfrescante sull'alito e antibatterico sul cavo orale. Inoltre, inspirare l'aroma di un tè caldo alla menta può dare sollievo in caso di naso chiuso o mal di gola: i vapori mentolati liberano leggermente le vie respiratorie.
  • Effetto anti-stress: concedersi il tempo per preparare e bere un tè alla menta può avere anche un impatto rilassante a livello mentale. Le proprietà calmanti della menta, sommate agli aminoacidi del tè verde, possono aiutare ad attenuare tensioni e ansia. Il semplice rituale di sorseggiare lentamente un tè caldo induce il corpo e la mente a rallentare, favorendo un momento di mindfulness e convivialità che allontana lo stress quotidiano.

Consigli per gustare e preparare a casa il tè marocchino

Desiderate ricreare a casa vostra la magia di un tè alla menta marocchino autentico? È assolutamente possibile, anche se occorre qualche accortezza in più rispetto a un normale tè.

Temperatura e tempi di infusione

Uno degli errori comuni nel preparare il tè verde (e quindi il tè marocchino) è usare acqua bollente e lasciar infondere troppo a lungo, ottenendo così un gusto amarissimo. I marocchini in patria fanno bollire il tè, è vero, ma lo bilanciano con tantissimo zucchero.

Se vuoi un risultato più equilibrato anche con meno zucchero, ti conviene seguire la regola d'oro del tè verde: usare acqua intorno a 80-85°C e non superare i 3 minuti di infusione effettiva. In pratica, quando riempi la teiera per l'infusione finale, assicurati che l'acqua non sia più a pieno bollore (basta farla riposare un minuto dopo l'ebollizione) e, dopo aver aggiunto menta e zucchero, non lasciare bollire sul fuoco per più di 2-3 minuti.

Dosaggio dello zucchero personalizzato

Come ripetuto, i marocchini amano il tè dolcissimo. Per un palato non abituato, 5-6 cucchiaini di zucchero per teiera possono sembrare tantissimi. Il consiglio è: sperimenta. Prova almeno una volta a fare il tè con una dose vicina a quella tradizionale (magari 4 cucchiaini per mezzo litro d'acqua) e assaporalo caldo: scoprirai che la dolcezza fa parte integrante del gusto del tè marocchino, arrotondandone l'asprezza.

Poi, naturalmente, sei libero di regolare la ricetta sulle tue preferenze. Se proprio vuoi evitare lo zucchero raffinato, un'alternativa può essere dolcificare con un po' di miele (anche se non è usanza locale, può dare un tocco piacevole) oppure gustare il tè senza zucchero ma in questo caso riduci i tempi di infusione e la temperatura.

Creare l'atmosfera giusta per servirlo

Parte del piacere del tè marocchino sta nella sua presentazione e condivisione. Se hai ospiti o vuoi godertelo al meglio in famiglia, apparecchia un bel vassoio con la tua teiera e i bicchierini (anche non originali, andranno bene dei piccoli bicchieri da liquore o simili). Puoi decorare il vassoio con qualche rametto di menta fresca per bellezza.

Quando il tè è pronto, versalo con calma cercando di imitare (senza esagerare all'inizio!) il caratteristico servizio dall'alto: solleva la teiera e versa in ciascun bicchiere in un sottile filo. Noterai che così facendo si forma quella lieve schiumetta di bolle in cima, segno distintivo del tè alla menta ben fatto.

Variante estiva: tè freddo alla menta

Sebbene in Marocco si beva caldo anche con 40°C, nulla vieta di gustare un ottimo tè alla menta ghiacciato nelle nostre estati afose! Per preparare un tè marocchino freddo hai due strade. La prima: seguire la ricetta tradizionale a caldo (magari con un po' meno zucchero), lasciare raffreddare l'infuso a temperatura ambiente e poi metterlo in frigo, servendolo con cubetti di ghiaccio e qualche foglia di menta fresca.

La seconda via, più da intenditori, è la infusione a freddo: metti il tè verde, la menta e lo zucchero in una caraffa con acqua a temperatura ambiente (o leggermente tiepida) e lascia in frigorifero per 2-3 ore. Il risultato sarà un tè freddo delicato, senza tracce di amaro, da servire direttamente così com'è.

Personalizzazioni casalinghe

Vuoi sperimentare qualche tocco in più? Anche se non canoniche, ci sono piccole aggiunte che a casa puoi provare per arricchire il tuo tè. Ad esempio, una scorza di limone o di arancia in infusione darà un twist agrumato interessante (in Marocco talvolta si aggiunge la verbena odorosa per un tono limoncino). Oppure una puntina di cannella o un chiodo di garofano in teiera, per un profumo speziato.

Un'idea invece assolutamente tradizionale: in inverno, prova qualche foglia di assenzio (chiba) al posto della menta per un tè diverso e aromatico (se trovi l'assenzio in erboristeria). Ti sembrerà di essere in un rifugio dell'Atlas a scaldarti!

Un buon tè marocchino non conosce stagioni: caldo d’inverno o ghiacciato d’estate, la base rimane sempre la stessa. Prova il Tè Verde Special Gunpowder di Terzaluna e goditi la freschezza della menta anche nei giorni più caldi.

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Qualità degli ingredienti

Ultimo consiglio, ma forse il più importante: per un tè marocchino davvero memorabile, puntate sulla qualità delle materie prime. Un tè verde Gunpowder di alto grado, con foglie fresche e ben lavorate, farà un'enorme differenza: darà meno note amare e più corpo e profumo all'infuso rispetto a un tè scadente da supermercato. Lo stesso vale per la menta – dev'essere freschissima, verde brillante e fragrante. Se le foglie sono avvizzite o annerite, rilasceranno un aroma spento.

Quindi, procurati del buon tè (nei negozi specializzati o su siti affidabili come Terzaluna che selezionano i migliori raccolti) e acquista menta fresca dal fruttivendolo poco prima di preparare il tè. L'acqua, ovviamente, meglio se oligominerale leggera se la tua di rubinetto ha sapori strani. Curando questi dettagli, ti garantisco che il tuo tè alla menta fatto in casa potrà competere con quello bevuto in una tenda berbera o in un riad marocchino!

Seguendo questi consigli tecnici ma anche "filosofici", la preparazione del tè diventerà per te un piacevole rito quotidiano. Ricorda che la bellezza del tè marocchino sta anche nel condividere: quindi preparalo per te ma anche per chi ami, servilo con un sorriso e goditi quel momento di tranquillità e calore umano. Come dicono in Marocco, Bssaha! – alla tua salute!

Special Gunpowder: il tè verde d'eccellenza per il vero tè marocchino

A questo punto avrai capito che il tè verde Gunpowder è l'ingrediente chiave per ottenere un autentico tè alla menta marocchino. Perché allora non scegliere il migliore? Su Terzaluna potete trovare lo Special Gunpowder – un tè verde in foglia di altissima qualità, lo stesso utilizzato nella tradizione marocchina – selezionato con cura per regalarvi un'esperienza in tazza davvero eccellente.

Si tratta di un Gunpowder originario della Cina, lavorato secondo metodi tradizionali, dalle foglie arrotolate a mano in piccole perle lucenti. In fase di infusione, queste palline si "schiudono" lentamente liberando un liquore dal colore giallo dorato intenso e dal sapore pieno, leggermente affumicato. Uno Special Gunpowder fa davvero la differenza nella preparazione del tè marocchino: le sue note decise si sposano alla perfezione con la menta fresca e con lo zucchero, senza risultare né troppo deboli né eccessivamente amare.

Hai seguito il viaggio tra storia, rituale e preparazione? Adesso puoi portare a casa tua lo stesso protagonista dei vassoi marocchini: il Tè Verde Special Gunpowder. Lo trovi su Terzaluna, pronto per diventare il cuore dei tuoi momenti di condivisione.

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Domande frequenti sul tè alla menta marocchino (FAQ)

Come si prepara il tè marocchino tradizionale?

Si prepara con tè verde Gunpowder, menta fresca e zucchero seguendo un rituale preciso. Prima si sciacquano le foglie di tè con un po' d'acqua bollente (che poi si elimina), quindi si aggiungono nella teiera la menta e lo zucchero e si riempie con acqua bollente. Il tutto si lascia in infusione per pochi minuti (spesso rimettendo la teiera sul fuoco). Infine si miscela il tè versando un paio di bicchieri e riversandoli in teiera per mescolare bene e ossigenare, e si serve versandolo dall'alto nei bicchierini. Il risultato è un tè caldo, dolce e profumato di menta, da gustare in 3 bicchieri consecutivi.

Qual è il tè tipico usato in Marocco per il tè alla menta?

Si utilizza il tè verde cinese tipo Gunpowder, chiamato in loco "Special Gunpowder". È un tè dalle foglie arrotolate a pallina, dal gusto intenso e leggermente astringente, che si sposa perfettamente con la menta fresca. Il Gunpowder di buona qualità, una volta infuso, sprigiona un aroma robusto che bilancia la dolcezza dello zucchero e l'aroma della menta. In pratica, senza Gunpowder non c'è tè marocchino autentico!

A cosa fa bene il tè marocchino alla menta?

È benefico sotto vari aspetti: la menta ha proprietà digestive e rinfrescanti, aiutando a digerire meglio e a dare sollievo allo stomaco gonfio. Il tè verde apporta molti antiossidanti che contrastano i radicali liberi, con effetti positivi su cuore e invecchiamento. Contiene un po' di teina, quindi è leggermente stimolante: aiuta a migliorare concentrazione ed energia in modo delicato, senza agitare troppo. Inoltre la menta rinfresca l'alito e ha effetto balsamico sulle vie respiratorie (il vapore del tè caldo alla menta può dare sollievo in caso di naso chiuso). In generale, bere tè alla menta è un piacere che unisce gusto e benessere.

Come si chiama il tè alla menta in Marocco?

In Marocco viene chiamato semplicemente "atay", che significa "tè" in dialetto locale. A volte ci si riferisce ad esso come atây bi-nanâ (che in arabo vuol dire "tè con menta") per specificare la presenza della menta. Per scherzo, come detto, molti lo chiamano anche "whisky berbero". In ogni caso, se in Marocco dite solo "atây" tutti capiranno che intendete il classico tè verde alla menta dolce.

Si può fare il tè marocchino senza zucchero?

In teoria sì, si può preparare con poco o zero zucchero, ma va adattato il metodo. Il tè verde Gunpowder infatti è molto amaro se estratto a caldo a lungo. Se vuoi un tè meno dolce, usa acqua intorno a 80°C e infusione breve (2 minuti) per ottenere un liquore più delicato. In questo modo risulterà bevibile anche con poco zucchero o dolcificanti alternativi. Tieni presente però che il gusto tradizionale è decisamente dolce: l'elevata dolcezza serve proprio a bilanciare l'astringenza del tè forte. Una via di mezzo potrebbe essere aggiungere solo 1-2 cucchiaini di zucchero (invece dei 5-6 originali) e magari una foglia di stevia in infusione per dolcificare naturalmente.

Speriamo che questa guida ti abbia immerso nella magia del tè alla menta marocchino, facendoti venire voglia di provarlo subito. Da una scena animata di un suk fino alla tranquillità della tua cucina, l'atay porta con sé un mondo di tradizione, sapore e benessere in ogni bicchiere. Non resta che augurarti buona preparazione e – come si brinda in Marocco – Bəssaha wa raha (alla salute e al benessere)!

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Terza Luna Scritto da Terza Luna
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