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L'assenzio, noto anche con il nome botanico di Artemisia absinthium L., è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Questa specie, conosciuta principalmente per il suo utilizzo nella produzione dell'omonimo distillato, possiede caratteristiche uniche che la rendono affascinante e misteriosa.
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L'Artemisia absinthium è una pianta perenne che può raggiungere un'altezza di 1,5 metri.
Il fusto, semi-legnoso e ramificato nella parte superiore, è ricoperto da una fitta peluria bianca che conferisce alla pianta un aspetto grigiastro. Le foglie, alterne e dal colore verde-argenteo, sono tri-pennatifide con segmenti arrotondati all'apice e emanano un aroma intenso e caratteristico. Ma è l'infiorescenza a rendere l'assenzio davvero speciale: piccoli capolini emisferici color oro, composti unicamente da fiori tubulosi, si dispongono unilateralmente in una pannocchia fogliosa terminale. Questi fiori, che sbocciano tra agosto e settembre, sono il vero protagonista della pianta, poiché è proprio da essi che si ricava il famoso distillato d'assenzio.
Il liquore ottenuto dall'Artemisia absinthium è noto per il suo sapore amaro e aromatico, dovuto alla presenza di diversi composti chimici nella pianta.
La fama dell'assenzio è legata non solo alle sue proprietà organolettiche, ma anche alle leggende e ai miti che lo circondano, rendendolo una bevanda affascinante e misteriosa che ha ispirato artisti e scrittori nel corso dei secoli.
L'assenzio è una pianta versatile che cresce come erba spontanea commestibile in diverse zone d'Italia, dalla montagna al mare. Questa specie selvatica predilige gli incolti aridi, i bordi dei sentieri e delle strade, nonché le siepi e le vicinanze dei centri abitati nelle regioni montane e submontane. L'habitat ideale dell'assenzio comprende substrati sia calcarei che silicei, con terreni a pH basico, secchi e ricchi di nutrienti. In Italia, è comune trovare questa pianta fino a un'altitudine di 1100 metri sul livello del mare, attraversando i piani vegetazionali collinare, montano e subalpino.
Originaria probabilmente dell'Europa centro-meridionale o del Vicino Oriente, l'Artemisia absinthium si è diffusa in quasi tutte le parti temperate del mondo, inclusi Europa, Asia temperata, Africa del Nord, America settentrionale e Cile. Nonostante la sua ampia distribuzione e la lunga storia di naturalizzazione in Italia, l'assenzio selvatico sembra non integrarsi completamente con la vegetazione autoctona, mantenendo un carattere distintivo e indipendente. Questa resiliente pianta aromatica, capace di adattarsi a diverse condizioni ambientali, rappresenta una risorsa preziosa per la medicina tradizionale e l'erboristeria, offrendo molteplici benefici per la salute grazie ai suoi principi attivi unici.
L'assenzio ha una storia affascinante che affonda le radici nell'antichità. Il nome generico Artemisia deriva probabilmente dalla dea greca della caccia Artemide o dalla parola greca "artemes", che significa "sano", in riferimento alle proprietà medicamentose attribuite a queste piante. L'epiteto specifico absinthium, invece, proviene dal greco antico "apsinthion", con probabile allusione al sapore amaro della bevanda ricavata da questa erba.
L'uso dell'assenzio per scopi medicinali è documentato fin dai tempi antichi. Nell'antico Egitto era già noto, come testimonia il papiro di Ebers, mentre nel Medioevo era diffuso anche in Germania, Islanda e Norvegia. Tuttavia, la fama dell'assenzio è legata soprattutto al distillato omonimo, la cui formula fu realizzata nel 1798 dal medico francese Pierre Ordinaire. Fuggito dalla Rivoluzione Francese, Ordinaire si stabilì a Couvet, in Svizzera, dove iniziò a produrre un forte liquore (60-70 gradi) a base di assenzio e altre erbe aromatiche come anice, issopo, dittamo e melissa. Il distillato, noto come "Fata Verde", divenne presto un toccasana popolare.
Nel corso del XIX secolo, l'assenzio conobbe un enorme successo, soprattutto tra gli artisti e gli scrittori bohémien di Parigi. Consumato con rituali elaborati e accessori stravaganti, il liquore color smeraldo divenne un simbolo dello stile di vita anticonformista. Molti intellettuali dell'epoca, come Oscar Wilde, ne decantavano le lodi, contribuendo ad alimentarne il mito. Questo provocò una reazione preoccupata delle autorità, che fecero dell'assenzio il capro espiatorio nella lotta all'alcolismo dilagante. Complici anche le pressioni dei produttori di vino, nel 1915 il distillato venne messo al bando in quasi tutto il mondo. Nacquero così le leggende sugli effetti allucinogeni e sulla pericolosità dell'assenzio, attribuiti erroneamente all'alto contenuto di tujone. In realtà, le quantità di questo terpene presenti nel liquore sono insufficienti a causare intossicazioni.
Dopo una lunga battaglia legale, nel 1992 l'assenzio è tornato legale nell'Unione Europea, seppur con regole specifiche su produzione e denominazione. Nell'arte e nella cultura popolare, l'assenzio ha lasciato un segno indelebile. Dipinti celebri come "Il bevitore d'assenzio" di Manet e "L'assenzio" di Degas hanno immortalato il fascino e il mistero di questa bevanda. Anche la musica ha reso omaggio alla "Fata Verde", con canzoni di artisti come i Bluvertigo, Fedez, Marilyn Manson e i Kasabian. Una suggestione senza tempo che continua ad affascinare e ispirare ancora oggi.
L'assenzio contiene una varietà di principi attivi che contribuiscono alle sue proprietà medicinali e aromatiche. I componenti chimici più importanti si trovano principalmente nelle foglie, negli steli e nelle sommità fiorite della pianta. Tra questi spiccano:
Oltre a questi principali componenti, l'assenzio contiene anche resine e acidi organici che completano il suo profilo fitochimico.
La combinazione unica di questi principi attivi rende l'Artemisia absinthium una pianta medicinale preziosa, utilizzata da secoli per trattare diversi disturbi e promuovere il benessere generale dell'organismo. Tuttavia, è importante ricordare che l'assenzio va consumato con moderazione e sotto supervisione medica, poiché dosi eccessive possono causare effetti collaterali indesiderati.
L'assenzio è una pianta dalle molteplici proprietà benefiche per la salute, grazie ai suoi principi attivi unici. Ecco alcune delle sue principali virtù terapeutiche:
Inoltre, studi sui ratti hanno evidenziato che l'estratto di assenzio può esercitare un effetto protettivo sul fegato, prevenendo e curando i danni epatici indotti da sostanze tossiche (scopri nel nostro articolo altre piante per depurare il fegato). Queste proprietà rendono l'Artemisia absinthium una pianta preziosa per il benessere dell'organismo, anche se va sempre utilizzata con cautela e moderazione per evitare potenziali effetti collaterali.
L'assenzio è spesso associato a una reputazione di tossicità, principalmente a causa della presenza del monoterpene tujone e dei suoi metaboliti. In passato, si riteneva che un uso eccessivo di assenzio conducesse a effetti peggiori rispetto a quelli associati ad altre forme di alcol, creando uno stato fisico chiamato "absintismo". Tuttavia, questa credenza era dovuta soprattutto a prodotti adulterati in modo poco meticoloso, come quelli colorati con solfato di rame.
In realtà, la quantità di tujone necessaria per causare intossicazione è molto elevata, pari a 80-100 g, una dose impossibile da assumere bevendo assenzio.
Un distillato ben fatto, infatti, contiene normalmente non più di 30-40 mg/kg di tujone, poiché gran parte di questa sostanza volatile si perde durante l'essiccazione dell'Artemisia absinthium e nella "testa" del distillato. Analisi condotte su bottiglie d'epoca hanno rivelato che gran parte degli assenzi storici conteneva tujone in quantità che andavano dai 5 ai 30 mg/kg, ben al di sotto del limite massimo consentito dalla normativa europea.
Studi recenti hanno infatti dimostrato che nell'assenzio distillato correttamente, anche seguendo ricette e procedimenti tradizionali, rimane solo una minima quantità di tujone. Inoltre, altre sostanze tossiche come anetolo e fenitolo, presenti in piante di uso quotidiano come prezzemolo, alloro e noce moscata, non furono incriminate come l'assenzio.
È quindi importante sfatare il mito del tujone come principale responsabile della tossicità dell'assenzio. La sua cattiva reputazione è stata alimentata da leggende e studi non sempre oggettivi, spesso finanziati da governi che volevano mettere al bando questa bevanda. Oggi, grazie a una maggiore consapevolezza e a regolamentazioni più rigorose, è possibile apprezzare l'assenzio in tutta sicurezza, godendo delle sue proprietà uniche senza timori infondati.
L'assenzio è una pianta versatile che trova impiego in diversi ambiti, dalla medicina alla cucina, passando per il giardinaggio. Ecco una panoramica dei suoi principali utilizzi:
In ogni caso, è bene ricordare che l'assenzio va utilizzato con moderazione e cautela, preferendo preparazioni a basso contenuto di principi attivi come tisane e decotti. L'uso prolungato o di prodotti concentrati come liquore e olio essenziale può infatti causare effetti collaterali anche gravi, per cui è sempre consigliabile consultare un esperto prima di iniziare trattamenti a base di questa pianta.
L'assenzio è anche un distillato ad alta gradazione alcolica, che prende il nome dalla pianta dell'assenzio, da cui viene ricavato. Questo liquore, noto anche come "Fata Verde" per il suo colore smeraldo, ha una storia affascinante e controversa.
Dopo la macerazione, il liquido viene distillato per ottenere un distillato incolore, che può essere successivamente colorato di verde attraverso un'ulteriore infusione di erbe. La gradazione alcolica dell'assenzio è solitamente molto elevata, tra il 45% e il 75%, per garantire la stabilità della clorofilla nel tempo. Storicamente, esistevano diverse varietà di assenzio, classificate in base alla qualità e al contenuto alcolico: ordinario, semi-eccellente, eccellente e superiore o svizzero. Quest'ultimo era considerato il migliore, con una gradazione tra il 65% e il 75%.
Purtroppo, in passato l'assenzio veniva talvolta adulterato con sostanze coloranti come rame, zinco o indaco per conferirgli il caratteristico colore verde brillante. Questa pratica, tuttavia, non era diffusa tra le migliori distillerie. Il metodo tradizionale di consumo dell'assenzio prevede l'aggiunta di acqua ghiacciata, che provoca l'effetto "louche", ovvero l'intorbidimento del liquore. Questo rituale, noto come "la preparazione francese", prevede l'uso di un cucchiaino forato su cui si posa una zolletta di zucchero. L'acqua ghiacciata viene versata lentamente sulla zolletta, sciogliendola e facendola gocciolare nell'assenzio sottostante. L'aggiunta dell'acqua non solo diluisce l'elevata gradazione alcolica, ma esalta anche i complessi aromi delle erbe utilizzate nella produzione.
Oggi, gli assenzi autentici seguono ancora i metodi produttivi tradizionali descritti nei protocolli dell'epoca. Devono essere distillati direttamente dalle erbe, senza l'aggiunta di oli essenziali, e non possono contenere additivi, coloranti o zucchero.
Inoltre, come abbiamo visto, l'Unione Europea ha stabilito un limite massimo di 35 mg/kg per il tujone, il principale composto psicoattivo dell'assenzio, per garantire la sicurezza dei consumatori. Nonostante la sua reputazione controversa, l'assenzio rimane una bevanda affascinante, capace di evocare un'aura di mistero e di ispirazione artistica. Grazie alla riscoperta delle ricette originali e a una maggiore consapevolezza dei potenziali rischi, oggi è possibile apprezzare questo distillato unico nel suo genere, godendo dei suoi complessi aromi e del suo sapore inconfondibile.
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La preparazione del distillato di assenzio segue un processo meticoloso e tradizionale che prevede la macerazione delle erbe aromatiche in alcool, seguita dalla distillazione vera e propria. Gli ingredienti base per la produzione dell'assenzio sono i semi di anice verde, l'Artemisia absinthium e i semi di finocchio, ai quali possono essere aggiunte altre erbe come issopo, angelica, coriandolo, menta e molte altre, a seconda della ricetta specifica di ogni distilleria.
Il primo passo consiste nella macerazione a freddo delle erbe in alcool per un periodo di tempo variabile, che permette l'estrazione dei principi attivi e degli oli essenziali. Successivamente, il liquido ottenuto viene distillato in alambicchi di rame, producendo un distillato incolore ad alta gradazione alcolica, solitamente tra i 60 e i 70 gradi. A questo punto, il distillato può essere ulteriormente aromatizzato attraverso una seconda infusione con erbe come melissa, menta, Artemisia pontica e issopo, che conferiscono al liquore il caratteristico colore verde smeraldo. Questa fase di colorazione naturale distingue gli assenzi di alta qualità da quelli prodotti con l'aggiunta di oli essenziali o coloranti artificiali.
Le ricette tradizionali per la produzione dell'assenzio possono includere fino a una dozzina di ingredienti diversi, sapientemente bilanciati per ottenere un bouquet aromatico complesso e affascinante. Tuttavia, la base del distillato rimane sempre la stessa: il macerato di Artemisia absinthium, semi di anice verde e finocchio. La preparazione dell'assenzio richiede esperienza, passione e dedizione per garantire un prodotto di alta qualità che rispetti i metodi tradizionali tramandati nei secoli. Solo seguendo questi processi artigianali è possibile ottenere un distillato autentico, capace di esprimere appieno il carattere unico e affascinante dell'assenzio, la leggendaria "Fata Verde" che ha ispirato artisti e scrittori di ogni epoca.
L'assenzio, nonostante le sue molteplici proprietà benefiche, può causare effetti collaterali e controindicazioni se assunto in dosi eccessive o per periodi prolungati. Il principale responsabile di questi potenziali rischi è il tujone, un monoterpene presente nell'olio essenziale della pianta. In caso di intossicazione acuta da assenzio, i sintomi possono includere convulsioni, ipotensione, diminuzione del ritmo cardiaco e difficoltà respiratorie. Questi effetti sono dovuti all'azione neurotossica del tujone, che può provocare scariche neuronali corticali e vasodilatazione generalizzata.
In passato, si riteneva che l'abuso cronico del liquore a base di assenzio (absinthe) fosse responsabile dell'insorgenza dell'"absintismo", una sindrome caratterizzata da allucinazioni, depressione, convulsioni, cecità e deterioramento mentale. Tuttavia, studi recenti hanno evidenziato che questi effetti non sono correlabili solo al contenuto di tujone, ma anche all'abuso di alcol e all'uso di adulteranti tossici come zinco e cloruro di antimonio.
Nonostante il basso contenuto di tujone presente nel distillato prodotto secondo le ricette tradizionali, sono documentati casi clinici di effetti avversi dovuti all'assunzione erronea di olio essenziale di assenzio, che contiene concentrazioni molto più elevate di questa sostanza. In un caso specifico, un paziente ha sviluppato episodi convulsivi, rabdomiolisi, insufficienza renale e scompenso cardiaco dopo aver ingerito 10 ml di olio essenziale.
Per evitare potenziali rischi, è consigliabile non utilizzare l'assenzio per periodi prolungati e ad alte dosi. L'estratto della pianta, infatti, può trasformarsi in un veleno se assunto in eccesso. Inoltre, l'assenzio è sconsigliato a chi soffre di problemi biliari, gastrointestinali, sanguigni e cerebrali, nonché alle donne in gravidanza e allattamento.
In conclusione, pur essendo una pianta dalle molteplici proprietà benefiche, l'assenzio va utilizzato con cautela e moderazione. È fondamentale affidarsi a prodotti di qualità, evitando preparazioni fai-da-te o l'uso di oli essenziali puri, e consultare sempre un esperto prima di iniziare trattamenti a base di questa erba. Solo così sarà possibile godere dei benefici dell'assenzio minimizzando i potenziali effetti collaterali.
L'assenzio è una bevanda che da sempre suscita grande interesse e curiosità, non solo per le sue proprietà, ma anche per la sua storia affascinante e le leggende che la circondano. Una delle più recenti riguarda la proposta di definire chimicamente questo distillato, noto anche come "Fata Verde", che è stata recentemente bocciata dal Parlamento Europeo.
Con 409 voti a favore, 247 contro e 19 astensioni, la corte di Strasburgo ha respinto l'idea di stabilire un parametro di riferimento per la produzione dell'assenzio, ovvero una ricetta ufficiale che indicasse gli ingredienti da utilizzare. Questo fa sì che non esista una definizione legale univoca per questo liquore, che rimane avvolto da un alone di mistero. La decisione del Parlamento Ue alimenta ulteriormente le discussioni e le polemiche che da sempre accompagnano l'assenzio, considerato il distillato che più di ogni altro ha sollevato controversie nel corso della storia.
Un'altra curiosità interessante è legata al suo soprannome "Fée Verte". Questo appellativo poetico deriva dal colore verde brillante del distillato, ottenuto grazie alla clorofilla presente nelle erbe utilizzate durante la macerazione e la distillazione. La Fata Verde ha ispirato artisti e scrittori del XIX secolo, diventando un simbolo della bohème parigina.
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